IL MIRTO E LA FEDE

IL MIRTO E LA FEDE

Grazie a Patrizia
per avermi semplicemente ricordato che si può scrivere!

 
Grazie a Luca
per il titolo.

 
Grazie,
a chi c'é dentro!


2001

Vita

Piuma leggera,
svolazza davanti agli occhi
senza posa,
vaga di porta in porta
lasciandosi vedere un poco,
mai fino in fondo.
Sempre
lascia di se celata
la parte
che più ci tiene legati a lei.

 
2001

E’ così semplice

A volte
senza rendercene conto
riusciamo a dare agli altri
i dolori più indescrivibili,
tali e tanti
quanto gli altri
riescono a dare a noi
senza che loro stessi
se ne possano render conto.
Cerchiamo allora
di comprendere
e accettare la rabbia degli altri
per i torti che gli abbiamo resi,
almeno quanto pretendiamo
che sia compresa e accettata
la nostra
per i torti subiti.

 
2001

Io non ti conosco

Riesco a vedere
la grandezza del tuo essere
solo quando
di rado
per caso
contro la tua stessa volontà
cammini con le tue sole ali
senza che ti sorregga
ed è meraviglioso allora
accorgersi
di come voli bene
con i tuoi soli piedi.

 
2001

Misera miseria

Triste la vita mia,
foss’io magnate
di milioni propietario
o foss'anche poverello,
a non aver diviso
con lo compagno mio
che mi restava accanto,
l’ultima briciola di pane
che aveo sbadato
fra le profonde pieghe
delle tasche mie.

 
2001

Beata gioia

Il bello dei sogni
è che prima o poi
a rincorrerli
si lasciano acchiappare
e non rimane
che continuare a vivere
la serenità della nostra vita
ed esser certi
che da qualche parte
in questo immenso mondo
di tragedie
di malvagità
e di paure
c’è una briciola d’amore
che sta aspettando impaziente
di incontrare noi.

 
2001

Il lungo cammino della gioia

Il sole
sorge ogni mattino
comincia sorridente il suo vagabondare
posando i dolci e paffuti piedi
su tenere erbette
e caldi laghi di montagna
scalda le valli
i fiumi in piena
scalda ogni cuore
e rinfranca gli spiriti
di chi crede nell’amore.
Continua
il suo passaggio sul mondo
nuotando su distese infinite
di placido mare calmo.
Non si ferma
davanti a nessun dolore
ma lo placa
con la forza
del suo enorme caldo cuore.
Scalda le onde
le isole deserte
e scalda perfino le finestre aperte
scalda ogni misero ed ogni santo
sorride ai felici
rincuora chi ha pianto
corre il suo tempo
senza mai fretta
sa quando parte
dove va
e quando vi giungerà.
Sparge
il suo dolce amore
sui campi di grano
attraversa un altro mare
sembra lontano
ma basta girarsi
dall’altra parte
che è appena arrivato
e già ricomincia la sua passeggiata
mai stanco di vivere
quest'infinita giornata.

 
2001

Preghiera alla beata Giovanna

Facci camminare con Te
sulle acque del fiume
aiutaci ad attraversare
i flutti impetuosi della nostra vita
pronti a travolgerci di eventi
che non possiamo attendere da soli.
Dona a noi la vista
e concedici la pura facoltà
di guardarci intorno
così che possiamo cogliere le gioie
là dove esse sono
e sanare i dolori
che pendono acerbi dagli alberi
con la forza tenera del nostro amore
quell’amore che Tu
ci aiuterai
a ritrovare nella fede.
Rendici la vita
quel soave respiro
che come neonati in fasce
abbiamo abbandonato
per assurde voglie e per miseri compensi
che ci potranno ricoprire d’oro
fino a soffocarci l’animo
rendila a noi
perché ci sia possibile
donarla a Te.
Guidaci nella nuova eterna vita
che ci possa condurre in pace
fino all’alto dell’immenso
dove l’amore ci attende
con le braccia aperte
ed il Tuo sereno sorriso.

 
2001

I consigli della zia

Un augurio per nome
che accompagna
la melanconia degli occhi
mentre il mondo
balla tutto attorno
su note allegre e gioiose
colpendo come un pugnale
il cuore
inaridito dai troppi passi
che lo hanno calpestato.
Allora ridere
spensieratamente
ridere
con una vita quadrata
in un’esistenza senza angoli
ridere
rimettendo a posto i sogni
prima di andare a letto
ridere
svegliandosi in un mare di desideri
incapace di accorgersi
che il futuro
è là che aspetta
con un mazzo di fiori in una mano
e una carezza nell’altra.

 
2001

Buona notte

Ogni sera
metti a letto i miei piccoli desideri
che allegri, spensierati e dispettosi
se ne vanno a giro per la vita.
Culli teneramente i miei sogni
che rendi dolci del tuo amore
e della tua infinita passione.
Accompagni le preghiere della sera
stringendo le mie mani giunte
prima di far strada ai pensieri
che si affacciano timidi
nella lunga notte che li attende.
Li carezzi
con l’allegria che sgorga dal tuo essere
dal vivere nei tuoi sogni desiderati
tenendo per mano la vita
la tua
la mia
la vita che ci scorre accanto
come un lento inesorabile fiume
che ci travolge
oltre ogni nostra possibilità di resistenza.
Mi abbandoni stanco
sulla riva di un mare pieno zeppo di amore
lasciandomi affogare
mentre mi guardi sorridendo
mentre la vita sorride a te
che me l’hai donata
e che rinnovi ogni giorno
il tuo voto alla mia felicità.
Gli occhi chiari, profondi e veri
ridenti e appagati
che mi guardano muovere
i primi incerti passi
impauriti
nella beatitudine del tuo amore.

 
2001

La lunga via

Percorrerò le strade
che troverò tracciate,
ad una ad una
dall’aratro del destino,
come mari sconosciuti e amici
e solcherò tra quelle
le vie che mi condurranno alla vita.
Per ognuna
sulla quale avrò posato il mio piede
ardito e stanco
ne vedrò tracciare altre mille ancora
da scegliere, perdere, dimenticare, scartare.
Vie
che mi si presenteranno
come sirene o come mostri
e che, solo dopo che avrò compiuto il primo passo
si riveleranno a me
per quello che in realtà sono.
Condurrò il corpo
là, dove i miei piedi si avvieranno
e dietro porterò con me l’anima
colpevole di ogni scelta fatta
e beata
per ogni passo che avrà trovato amore.

 
2001

Olio su tela

Così
ogni volta
potrò ancora sognare
di tramonti
e di passeggiate sotto il sole
o tra le stelle
con i piedi nell’acqua tiepida
o con le scarpe piene di sabbia.
I corpi nudi
stesi al sole
o nascosti da vestiti leggeri
liberi di volare ad ogni soffio d’aria
nelle sere appiccicose e palpitanti dell’estate.
La mano nella mano
la pelle scura del calore
del buio che ci accompagna
mentre lentamente le nostre forme
svaniscono dentro le onde rumorose
che si stendono prostranti davanti a noi
con quel loro leggero ridere spumeggiante
che forma infiniti effimeri sorrisi
su di una spiaggia nera.
E gli invidiosi da lontano
guardano i nostri cuori luminosi
nel buio pesto della notte.

 
2001

Orizzonti

Siete mai stati là
là, dove tutto diventa dello stesso colore.
Avete mai provato quel dolore
che è quasi come un sollievo
quel piacere orgasmico
che diventa sofferenza.
La vista di un opera d’arte
sia essa di fantasia, di carne o di esistenza
che provoca in voi
una gioia improvvisa
una soddisfazione immensa
un senso di appagamento, di libertà e di vita,
che si trasforma nella consapevolezza
che è un attimo e niente più.
Quanto vorreste
che quell’attimo fosse tutta la vostra vita
potreste anche morire dopo quell’attimo
perché niente più al mondo
potrà mai donarvi vita
quanto quella tremenda gioia appena provata,
che invece è già passata
lasciando in voi la tremenda tristezza
del sentirsi soli
senza più funi di luce a cui attaccarsi
per resistere
in questa triste, lugubre vita.
E poi, ancora, essere assaliti
da mille altri dolci o insulsi pensieri
e ciò che è stato provato
se ne può svanire
lasciando un piccolo brivido di vita,
la gioia
di più, la felicità
di più, la beatitudine
di più, l’estasi
di più, voi stessi.

 
2001

365 all’alba

Continuerò ancora a cantare
sì, ancora per un anno
poi, potrò lasciar volare
quel suono melodioso
e coronare infine
il più luminoso dei miei mille sogni
e con te legarmi
con una fune, con una catena
con un sospiro d’aria
di cui noi soli conosciamo il valore.
Noi che sappiamo
nonostante la sua effimera essenza
quanto sia invece per sempre
quel per sempre
che andrà al di là del tempo e dello spazio
quel per sempre
che indicherà a noi
quanto questi piccoli, rapidi battiti di ali
chiusi nel loro spazio e nella loro brevità
esistano per sempre
perché nessuno potrà mai sostenere
che non sono mai stati.
Ed io continuo ancora a cantare
ancora per un anno
ancora
fino a che…
fino a che potrò ritmare le parole
e canto, canto per te…
Io e la mia signorina stiamo bene insieme...
Presto la mattina e tardi la sera…

 
2001

Moscerino

La canzone
è una donna
con il corpo di musica
e l’anima di parole
e saper cantare
è il più melodioso modo
di amare la vita.
Una stonatura
la si può perdonare
solo se la passione
rivela sincerità
allora le note
leggeri baci nella notte
arriveranno fino al cielo
accompagnate da frasi
che carezzeranno
la gioia del mondo.

 
2001

Dove è casa

Vivere, vagare, vedere, assorbire
lasciarsi permeare
avvolgere
e nello stesso tempo sentirsi avvolti
premere, ruotare, segnare, curare
compiere atti inconsulti o ponderati
agire scelleratamente
o donare di se per la serenità altrui
oltre che per la propria
sudare di muscolo o di calore
compiere ellittiche orbite
intorno al nostro mondo
tra spazi infiniti
sopra oceani di stelle
spruzzate sulla tela nera dell’assoluto
vagare con la mente
dove il corpo non potrà mai spingersi
tenersi per mano
e ritrovarsi infine
sotto lo stesso tetto.

 
2001

Diversi

Trentasei anni.
Ho immaginato mio padre
come un uomo serio, posato, consapevole
fermo sulle sue inossidabili gambe.
A trentasei anni
vedo me come un ragazzo
che ancora non sa cosa farà domani
sognatore distratto
che sguazza nelle fantasticherie
e nei mille desideri.
Amo mio padre
e spero che lui abbia amato me
per come mi ha fatto.

 
2001

Ancora musica… e tu

Ascolto canzoni senza senso
gridare vite che non mi appartengono
melodie melanconiche di una tristezza che non è più mia.
Ascolto
senza esserci dentro
ma dentro ci sono
dentro ci piango
dentro ci trovo comunque me stesso
trovo te
perché ci sei
perché tu sei
la ragazza che mi ha lasciato quando ero giovane
sei la donna che mi ha abbandonato maturo
o che da me sia stata tristemente lasciata
sei il futuro
suonato da un artista sconosciuto
il passato che non mi hai vissuto
di quella canzone famosa
sei l’infinito
di ogni fiato d’amore
l’infinito che trovo in me
nella mia memoria, nei sogni, nei ricordi
anche se non c’eri
anche se non ci dovessi essere
perché comunque ci sei stata
perché comunque sarai.

 
2001

Perdonami

Ho pensato,
sono solo quattro mura
dentro a cui vivo te
non è casa mia
che stupido dicevo,
non la sento mia
non è mia la casa
dentro la quale devo chiedere permesso
dove gli altri entrano
senza chiedere il mio permesso e il tuo
che stupido pensavo,
casa mia sei tu
con cui vivo e condivido
non una stanza
dentro la quale non posso rinchiudermi
senza che mi vengano a cercare
per tirarmi fuori
e dirmi che sbaglio.
Casa mia è vivere con te
vivere te
casa mia
è ogni passo fatto accanto a te
casa mia sei tu
queste sono solo quattro mura
dentro cui vivo te.
Erano
fino a che non mi sono accorto
che ero io
a lasciare la mia casa fuori da me
adesso lei mi ha fatto entrare
ed io la tengo in me
adesso lo so
perché ho paura
se non l’avessi qui
con me.

 
2001

Vivi

Cos’è questo niente che ci circonda
che si nutre di noi e che ci nutre di speranze
di illusioni, di non c’è, di non esiste
di vuoto nulla che ci tiene tutti uniti insieme
a sbranarci, a compatirci, ad amarci
facendo finta di non sapere
fingendo che non sia vero
che in realtà un perché ci sia
che un motivo per tutto questo
debba pur esserci
se una madre grida di dolore
mettendo al mondo un figlio
e grida dello stesso dolore
stringendolo morente
tra le sue inutili braccia.
Ci deve pur essere una risposta a tutto questo
e allora uccidiamo, doniamo, rubiamo
diamo e riceviamo
tappando i nostri orecchi sordi
coprendo i nostri occhi ciechi
per non sentire, per non vedere, per non capire
riempiamo la nostra mente di diritti e di doveri
di fare e disfare, di onori e di glorie
di miserie e miserabili
e tutto questo
soltanto per distogliere la nostra stupida anima
dall’unica, sola, indissolubile verità,
che prima che noi fossimo
e dopo che saremo stati
che durante la nostra essenza in questo mondo
durante la nostra breve insulsa malpensata vita
sempre e comunque intorno a noi
e peggio ancora dentro al nostro sgonfio corpo
non c’era, non c’è stato, non c’è e non ci sarà mai niente.
Allora viviamola una buona volta questa vita
viviamola e lasciamo che gli altri se la possano vivere.

 
2001

L’ultimo respiro

Che la gloria e la pace sia con voi
che la serenità vi colga
nell’ultimo attimo vibrante della vostra vita
misera o vana che sia stata
e che vi dia la gioia
del non esser più
giacché non siete mai stati.

 
2001

Non v’è

Non v’è risveglio dopo il sonno eterno
non v’è luce dopo il buio che ci sopprime
non v’è pace dopo lo strider di denti
che ci ha accompagnato fino all’ultimo raggio di sole.
Non v’è, più di quanto non vi sia stato
ed è soltanto la fede, la grazia, la speranza, la gioia
che ci possono condurre per mano
oltre quella soglia
che non avremmo mai voluto attraversare.
Non v’è che la nostra credulità
ingenua o santa
che ci potrà davvero portare nell’alto di quei colori
che per tutta la vita abbiamo segretamente ammirato e fuggito
per paura di capire.
Che altro v’è da capire
oltre quella soglia?
Altro non v’è che credere d’esser domani
quello che già siamo stati
prima d’esservi oltre.

 
2001

Evoluzione

Evoluzione
il gran dono che ci è stato fatto
per cambiare, decidere, scegliere
trovare in ogni cosa
lo stimolo, la voglia, il fine.
Cambiare volto, cambiare il corpo
cambiare la persona che ci sta accanto
cambiare noi stessi.
Evoluzione
è il nostro futuro.
Ci rintaniamo in certezze
in assurde conferme
cerchiamo tutto ciò che è stabile
un lavoro, una vita, una persona accanto a noi
per poi accorgersi con gli anni
che tutto quello che ci circonda
e che abbiamo costruito
non è più nostro
non ci appartiene.
Allora ricominciare, cambiare, virare
prendere una nuova rotta e rendersi conto
accorgersi finalmente
che grazie a Dio
siamo tutti Pokemon.

 
2001

Le vedove

Siedo
in fondo alla chiesa
nel brusio lieve del rosario
in un sabato sera di messa
tra i ricordi delle luci soffuse
di candele accese
che disperdevano un tempo
il loro lieve afrore
acre e santo allo stesso tempo
e che adesso non ci sono più.
Siedo
e di fronte a me
si stende un mare infinito
di capelli turchini, biondi, rossastri
nuche dalle tonalità di un arcobaleno
rassegnato ad imitare colori
che non son più suoi.
Le sento bisbigliare delle loro preghiere
ma anche dei soliti pettegolezzi
delle figlie degli altri
dell'ultimo romanzo
che avrebbero voluto vivere.
Siedo
in un sabato sera di vecchie
con vecchi ricordi sbiaditi
da troppi anni vissuti in solitudine
quella melanconia
in cui sono sprofondate
dopo l'abbandono
dopo che si sono ritrovate
sorelle delle loro sorelle
a piangere prima
e a rammaricarsi poi
dei loro uomini
che avevano creduto così sicuri
di cui avevano sempre avuto timore
timore misto al loro riverito amore.
Siedo
e vedo muovere davanti a me
questo mare febbrile
di pace mai trovata
il mare agitato
delle tristi vedove del fumo.

 
2001

Tu

Amo
perché piango dei tuoi tormenti
e rido
nella gioia delle tue felicità.
Amo
una bimba melanconica e gaia
che si affaccia ogni giorno alla finestra
a regalarmi il respiro
che mi accompagna nella vita.
Amo
la forza testarda
che spinge a darsi e a donarsi
che vive dentro al cuore
della mia anima leggera
tu.

 
2001

29 XI 2001

Ho aperto una finestra
ed è entrato il sole
ha pervaso i miei sensi e la mia mente
addolcendo le rughe tristi della vita
rendendo impalpabili le dure fatiche dell'esistenza
ho respirato l'aria calda
riempiendone il cuore e l'animo
lasciando che formicolasse in me
come fa l'energia di un idea
di un invenzione
di una scoperta
che ha il coraggio di cambiare il mondo.
Ho scavalcato quella finestra sul mondo
e sono uscito fuori.
Ieri, oggi, domani
continuo coraggiosamente
a scavalcare e gettarmi
come quella prima volta.

 
2001

La dura fatica della vita

Ogni giorno saliva alla fonte
carica di quei cocci vecchi e stantii
che le tenevano occupate le mani, le braccia e la testa.
Riempiva le brocche
e le riportava a valle tenendole per le anse
le bottiglie tappate strette sotto il braccio
in modo da avere sempre una mano libera
per tenersi in equilibrio
per dare ogni tanto un colpetto
al recipiente che aveva sulla testa
in modo da non lasciarlo scivolare via.
Scendeva lentamente
e quando giungeva di nuovo a casa
non sentiva la soddisfazione dell'impresa compiuta
perché l'indomani avrebbe dovuto salire ancora.

 
2001

Orciano

Mi ritrovo d'improvviso in mano
quelle colline aspre che si stendono a perdita d'occhio
ai lati della strada che da Firenze porta fino al mare.
La terra grigia, arata e secca
che di settimana in settimana cambiava il proprio aspetto
ricoprendosi di quel verde che con la calda stagione
sarebbe divenuto biondo prima di lasciare il posto al nulla
che avrebbe aperto le porte ad un nuovo aratro.
Mi rivedo ancora ammirare quelle curve
sinuose, dolci e familiari
che mi accompagnavano in vacanza
seduto dietro a parlare ininterrottamente
mentre mia madre portava avanti orribili opere all'uncinetto
e mio padre guidava lento e distratto come sempre.
Assaporo ancora quell'aria felice che ci portava in giro
il sole alto sulle colline di panna
i sorrisi che mia madre non sa più fare
e gli occhi allegri di mio padre.
Gli occhi che non posso più vedere
se non su carte patinate o su croci fredde di marmo.
Quegli stessi occhi che oggi mi portano ancora lassù
su quelle colline a ridere con mia madre
ad ammirare ancora una volta mio padre
e vederlo volare del suo immenso celato amore.

 
2001

In

A volte mi accorgo di non essere in te
di non essere riuscito
di non esserci mai riuscito.
A volte vorrei superare monti altissimi
e onde gigantesche
per ritrovarti
ma tu non ci sei
non sei in me
non riesco a trovarti
ovunque ti cerchi
perché non ti ho riposto in me
come credevo
come avrei voluto che fosse.
Non mi rimane che piangere e cercarti
cercare te nei fiori e nel calore
nel cibo saporito e alla finestra
tu che sorridi al telefono o sul divano
ricoperta d'amore e di me
e lì
lasciarti ancora entrare
per l'ultima o per la prima volta
ma lasciare che finalmente tu sia in me.
 
2001

La poesia di Natale

Ne abbiamo viste a decine
dentro a film in bianco e nero
in sceneggiati lunghi e barbosi
nelle commedie
di cui abbiamo riso assieme.
Ne abbiamo visti
ma nessuno di noi
è mai salito su una sedia
a leggere la sua poesiola per Natale
per la festa della mamma o per un compleanno qualsiasi.
Da adesso sì
perchè ci sono io su questa sedia
a leggere quella poesia
che avrei dovuto imparare a memoria
che avrei dovuto ripetere come una macchinetta
dondolando come un’altalena
come un cieco che suona il piano.
È la mia poesia
il mio cantico al Natale
al nostro Natale
con o senza fiocchi
con o senza regali.
Il Natale che abbiamo passato
di famiglia in famiglia
aumentando e diminuendo
man mano che il tempo passava mietendo
inesorabile
i suoi tristi trofei
o seminando nuove anime al mondo.
Un'altra festa senza Babbi Natale
senza barbe ruvide da baciare
senza abbracci da rincorrere
senza Natale.
Anche se quei paffuti e rossi signori
siedono ancora alla nostra tavola
brontolando e sbuffando
da rudi ciminiere quali erano.
Quelle due slitte
solcano i cieli delle nostre memorie
ogni sera ritornano a portare i loro doni
a volte dentro sacchi grezzi
a volte dentro carte dorate
e noi stupidi
aspettiamo solo oggi
per festeggiare l’amore e la bontà
senza riuscire a sentire
che nei nostri ricordi
ogni giorno è Natale.

 
2001

Cosa avevo mai

Avrei voluto
tendere la mano
e trascinare quelle dita ruvide
quei calli da scrivano
verso la luce di un tramonto
o in un pozzo
con la luna disegnata sul fondo.
Avrei potuto
farteli vedere tutti
quei treni che son volati via
senza che ne tu ne io
ci fossimo saliti sopra.
Avrei dovuto
impedirti
di calpestare le aiuole
insegnarti
a leggere
i divieti ed i consigli.
Avrei, avrei, avrei
e invece
non ho più nulla.

 
2001

Le mogli

Chine, silenziose
mute dei loro dolori, dei pesi
che si sono volute e dovute caricare su quelle gracili spalle
che a malapena hanno portato a cavaceccio
i nostri piccoli corpi, senza piegarsi.
Li hanno visti sparire
della loro rabbia
della loro ignoranza
della cieca superbia
che li ha portati a sospirare l’ultimo alito di fumo.
Hanno dovuto sopportare gli osanna alle memorie
dimenticandosi furtivamente
delle strade che hanno rinunciato a percorrere
di quanto non sono riuscite a fare
di quanti sogni si son scordate di dormire.
C’erano e ci hanno difeso
c’erano e hanno sofferto per noi
c’erano e sono ancora qui
a consolarci per quello che abbiamo perso
perché ancora non possiamo sapere cosa sarà mai
il giorno crudele
in cui perderemo loro.

 
2002

La promessa sposa

Leggo con calma i tuoi sorrisi
scritti su di un volto di sole
ascolto il fremere dell’anima
e ti vedo formichina
mentre raccogli i minuzzoli dei tuoi sogni
e come in un enorme puzzle
di sentimenti, gioie, dolori e speranze
costruisci quell’esperienza strana e nuova
anche se rivissuta
di momenti che non ti hanno dato niente
se non riempirti di speranze tarpate
di domani che vedevi troppo lontani
nascosti dietro a montagne di incomprensione e di doveri.
Formichina, formichina
un semino dopo l’altro
hai colmato i cunicoli che portano fino a te
riempiendoli di te fina

LUIGI LOCANTO LEGGE

Sassi sull'arenile
in attesa
cotti dal sole
bruciati dal sale.

Sassi
presi e gettati lontano
beccati, smossi, scavati.

Sassi
presi e portati
dalla furia del mare
da una mano che li stringe
e li infila in una tasca vuota
dove saranno dimenticati dal tempo.

Sassi
in attesa che un'onda benigna li copra
e dia loro la fresca pace di quell'attimo
prima di tornare ad essere sassi.

Sassi sull'arenile
in attesa di una carezza d'amore.

 
2002

Prendo te

Io ti prendo
perché tu sia me.

Prendo te
perché tu sia la madre che cerco
quando ne ho bisogno
la mano che mi trattiene bambinetto
mentre corro per le strade affollate di pericoli.

Prendo te
perché tu sia la sorella che mi aiuta
quando sono solo
il consiglio che mi raggiunge silenzioso
nel caos assordante della folla che mi ignora.

Prendo te
perché tu sia mio fratello
come mai ne ho potuti avere
il giudizio disinteressato che scolpisca me e in me
delle parole uniche di amore per la vita.

Prendo te
perché tu sia un padre
che mi ammonisce severo per i miei errori
il dito indice della via da percorrere da solo
ma in una folla immensa di pensieri amici.

Prendo te
perché tu sei la vita mia
l'alba e il tramonto delle mie giornate
l'acqua e il pane dei miei bisogni
la pace serena dei miei desideri
la fonte immacolata delle mie voglie
la foce unica e sola della mia esistenza nella grazia divina.

Prendo te
perché tu sia me
prendo te
perché tu sei me
prendo te
perché tu
sei tu
solo e soltanto unica e insostituibile
te.

 
  2002

Il guardiano del cimitero

Dividete la vostra gioia anche con chi non è più con noi.
Il guardiano del cimitero oggi è a spasso con la vita,
se avete bisogno chiedete al padre.
Lo troverete serafico e disteso
su di un verde campo al tramonto,
con il suo cappello in testa e un filo d'erba in bocca.
Parlate con il suo sereno sorriso
e lasciate che non vi risponda.

 
2002

Unsaid

Ci sono parole
che appena dette
perdono il loro eterno valore.
Ci sono parole
che scritte
non hanno più nessun significato.
Ci sono parole
che svaniscono rapide in un soffio di vento.
Ci sono parole.
Io
sono qui per te.

 
2002

Il tuo il mio desiderio

Il desiderio
è che tu possa avere
tutto ciò che ti è mancato
tutto quello di cui hai dovuto fare a meno
tutte quelle cose
delle quali sei stata costretta a fare senza.

Desidero
che tu possa sentire
finalmente sazi i tuoi bisogni
tanto
da poter infine cominciare a desiderare
tanto
da desiderare lo stesso per me
che invece sono così sazio
che già lo desidero per te.

 
2002

Oltre l'ideale

Pelle come velluto
come buccia di pesca
occhi di cerbiatta
profondi come mari
languidi come lune dentro ai pozzi
unghie da gatta
bocca come bocciolo di rosa
orecchie come ricami certosini
incisi nei marmi perlati di Carrara
piedi come geishe
come bimba appena nata
gambe flessuose
corpo sinuoso
cosce come colonne dei templi greci
sguardo da dea
voluttuosa
turgida
languida
afrodisiaca
seni come coppe di champagne
come piramidi
come dolci colline nel riposo del tramonto
nella frenesia dell'alba
tigre
dittatore
padrona
comodo fondoschiena
curve piene
minuto didietro
sedere cesellato nel caldo legno
capelli castani
biondi
ramati
corvini
multicolori
nei riflessi della luce ingannevole
casta
puritana
puttana
schiava
e donna.
Quanti aggettivi
stantii, retorici e inutili
se non si può stringerti fra le braccia
e amarti.

 
2002

Il tempo che manca

I giorni passano
e si contano sulle dita ormai.

Ci lasciano in bocca
quello strano sapore di non vissuto
pur avendoli riempiti di noi.

Correndoli e rincorrendoli
abbiamo dato loro vita
e alla fine
ce la renderanno
in un giorno
che ci sfuggirà dalle dita
come polvere soffiata nel vento
ma che rimarrà impresso in noi
per sempre.

 
2002

Vita

Che Stupidi!
Continuiamo a costruire le nostre vite
su un cumulo di momenti ininfluenti,
che in realtà altro non sono
che la nostra stessa unica vita,
senza sentirla nostra,
senza sentirla vita
e soprattutto senza sentirla unica.

Unica in tutti i sensi,
anche perché
non ce ne daranno mai un’altra dopo
ma unica, più di ogni altra cosa,
perché solo noi abbiamo la fortuna di viverla,
qualunque essa sia, ovunque ci porti,
che ci lasci esalare solo qualche respiro,
che ci uccida in pancia o che ci faccia morire decrepiti,
senza più vista, senza più udito, senza più voglie.

Sono i silenzi,
le notti insonni,
le urla nello stadio o di fronte al mare in tempesta,
che formano la nostra esistenza,

il sorriso ignaro di un bambino
che corre i suoi primi passi,
il sorriso sdentato di un vecchio
che non ricorda più cosa
ma che avrebbe comunque voluto un'altra occasione
per non commettere i soliti errori,
mentre l'errore,
l'errore di tutti,
é solo guardarsi alle spalle e rimpiangersi addosso.

Ehi dico!
C'eravate anche voi,
la vita è stata la vostra,
siete voi che l'avete vissuta,
decisa, gettata, rimpianta.

Adesso amatela!

Perché è stata meravigliosa,
perché è stata vita.

 
2002

Immutevole

E’ meraviglioso
percepire la concreta sensazione
di quanto le stagioni mutano
attorno a te.

Si alternano
le mode, i vestiti
cambiano le idee, le tue
cambi tu.

Non v’è terreno fermo intorno
nulla è al sicuro
cambiano le tende
cadono i quadri dalle pareti
per fare posto ai nuovi.

E’ meraviglioso accorgersi
come in questa evoluzione
progressista e retrò
l’unica figura
che non cambia intorno a te
“c’est moi”.

 
2002

La crociera

Crociera mia che ormai sei già finita
meravigliosa gita nell’Egeo
t’ho stravissuta tutta da mattina fino a sera
buffet, piscina, sauna e discoteca.

Domani arriveremo alla Laguna
compagna nostra musica di tristezza
saluti a Juan, a Franco, a Leonardo, Giangi e Gloria
Riccardo, Bingo, Guto e Carta Costa.

Ci sarà, ci sarà, ci sarà
ci sarà un’altra crociera ci sarà
dappertutto e tanta gente
ma domani ci sarà
ci sarà Costa Crociere ci sarà.

Abbiamo vinto premi in abbondanza
cadeau, geschenk, kiss kiss, kuss kuss, kass kass
ai brasiliani coppa a noi marsupi agende e borse
ma la crociera l’abbiam vinta già.

Katakolon, Olympia e Santorini
Mykonos, Rodi, Lindos e mare aperto
Dubrovnick, tante foto, tanto video da girar
con Carta Costa poi dovrò pagar.

Ci sarà, ci sarà, ci sarà
ci sarà un’altra crociera ci sarà
dappertutto e tanta gente
ma domani ci sarà
ci sarà Costa Crociere ci sarà.

Ci sarà Costa Crociere ci sarà.
 
2002

Attila

Avrei voluto correre a braccia aperte
con un sorriso colmo di gioia
a riempirmi il volto
illuminato dal sole.
Compiere quei frettolosi passi
guardando in faccia
la fonte della mia eterna gioia
la mia sorgente
io la sua foce.
Non ci sono campi di grano
a fare da sfondo ai miei sogni
che parlano di un altro che sono io.
Non c'è nessuno
che mi si getta al collo per stringermi
sentirmi e ridere felice insieme a me
per quello
inutile o essenziale
che mai avrei potuto compiere
nella mia sorprendente vita.
Non sarò un eroe per nessuno
perché l'impresa più gloriosa
non mi fu dato di compierla
né con l'emozione di volerla
né con l'amore di desiderarla.
Per me e per te
che vivi da dentro
questa mia assurda sconfitta.

 
2002

La roba

Vorrei non avere niente
niente da rimpiangermi
niente da portare con me
da desiderarlo almeno
niente amici
né casa, né ricordi
né il tuo dolce infinito amore
perché
quando me ne dovrò andare
non potrò farne a meno.
Sarà allora che avrò paura
infine.
Quella paura
che non ho avuto da bambino
per quel traguardo troppo lontano
da sembrarmi vero
che non ho avuto
nei sogni neri dell'adolescenza
perché lo desideravo
lo bramavo e anelavo
quel momento in cui il niente è oltre.
Quella paura non sentita
quando la mia vita non era niente
e niente aveva
quella paura che non sento adesso
perché ho tutto.
Ho te
ho la mia vita
ho il mondo e la felicità
Quella paura che sentirò domani
quando dovrò lasciare agli altri tutto questo.
E a me non rimarrà che sperare
pregando
di poterlo vedere da lassù.

 
2002

Fine

Ma te le ricordi tutte le cose che mi hai fatto
o ancora continui a far finta di averle dimenticate
o peggio ancora di non averle mai compiute.
Tutte la volte che hai alzato le mani su di me.
Ogni volta che mi urlavi in faccia.
Ti avrei ucciso
seppellendoti
sotto i miei pugni e le mie grida di ribellione
di rabbia, di rivolta.
E te non far finta di niente.
Te, che hai fatto di peggio
a te che non è bastato torturare il frutto del tuo seme
non hai saputo smettere
non hai saputo fermarti e lasciarti rapire dalla dolcezza
almeno lui è riuscito a fermarsi
anche se non ha mai chiesto perdono.
E non mi importa niente
di quanto possa mai essere accaduto a voi
dei vostri dolori, delle ansie e delle lame
che hanno trafitto i vostri cuori.
Né io né nessun altro meritavamo la vostra vendetta
la vostra stupida, inutile rivalsa.
A cosa è servita adesso che siete morti?
No, non vi perdono
perché non sono riuscito ad uccidervi.
Ve ne siete andati ispirando in me pietà e amore
e non è giusto
perché avete lasciato in me il vostro odio
e io non voglio darlo più a nessuno.
Lo lascio perdersi nel tempo
nel vento e nell'amore
di cui mi sono circondato.
Adesso basta
riposate in pace
se potete.

 
2002

Domani sempre

Ieri niente
adesso tanto
mai troppo
ancora
prima goffamente dentro
ora certamente fuori
dopo finalmente via.

 
2002

Halloween

È triste accorgersi
improvvisamente
che non ci sei mai stato
te n'eri scappato nel quarantatré
lasciandoci da soli
a crescere in un mondo senza amore.

 
2002

29 XI 2002

Sono precipitato
dentro gli abissi di un lago senza fondo,
mi sono innalzato
tra le vette infinite e silenziose,
ho toccato stelle
e visto il sole da vicino,
conosciuto lo spazio immenso
che ci culla nel suo ventre
e l’infinito che è rinchiuso dentro di noi,
poi ho visto te
e sono rimasto qui!

 
2002

Per Elisa

Odio nascondermi
non è questa la vita bugiarda
che ho scelto per me
vorrei difendermi
ma è difficile uscire nuotando
dal mare che c'è.

Sola
in un mondo che mi sfiora
senza lasciare mai
neanche un brivido sulla mia pelle
senza farmi vedere le stelle
senza mai perdermi
ne ritrovarmi e poi
lasciarmi o prendermi.

Canterò
un universo dentro me
un anima libera
una canzone che
vola
gridando il nome mio
se
volerò prendimi
prima che arrivi su in alto
mi bruci
e non torni da te.

Guardo nel mare blu
dove onde giganti si abbattono
sopra di me
provo a conoscermi
ma è difficile farlo da sola
io senza di te.

Vieni
nei miei umidi pensieri
di sogni e favole
volto limpido illuso e ribelle
senza maschere sulla mia pelle
senza nascondersi
od ingannarsi mai
tradirsi o uccidersi.

Canterò
un universo dentro me
un anima libera
una canzone che
vola
gridando il nome mio
se
volerò prendimi
prima che arrivi su in alto
mi bruci
e non torni da te.

Se
volerò prendimi
prima che arrivi su in alto
mi bruci
e non torni da te.

 
2003

Non una risposta

Perché non piangi
dei dolori
che fingi di non provare
delle avversità
che ti si parano davanti.

Perché non piangi
per i bimbi neri d'Africa
per i morti sotto bombe intelligenti
per i vecchi
che non ti riconoscono più.

Perché non piangi
delle emozioni
della vita
di un fiore che sboccia
di un sorriso dipinto
di un palazzo costruito da millenni
che ha resistito fino ad oggi
per lasciarsi ammirare da te.

Perché non piangi
della gioia di essere viva
della beatitudine di goderti la vita
della felice serenità di starmi accanto.

No, non voglio una risposta
non adesso
non a me.

Quando vuoi
ma te stessa.

Solo così potrà arrivare a me
al mio cuore
al tuo.

 
2003

Di qua e di là dal muro

Ci sono momenti nella tua vita
misera o gigante che sia
in cui non puoi continuare a fingerti addosso.
Sì, sono stati belli
gli attimi in cui ti sei divertito
giocando i tuoi anni
sprecandoli
consumando i momenti da brivido.
Adesso stai nella tua cuccia comoda
e vorresti che finisse così
senza dover più dare prova
della tua adeguatezza
ad un mondo
che non si è mai adeguato a te
circondandoti di compromessi
di tristi insegnanti
che non fanno altro che ripeterti
di non accettare compromessi
di vivere la tua vita
e rischiarla anche per loro
che non ne hanno avuto il coraggio.
Se il mondo ti schiaccia
allora conquistalo
se ti opprime
lascia che si accorga di te.
Ma se ti addormenti felice
tenendo la mano della tua sicurezza
allora continua a giocare
e bevi del nettare puro
che i compromessi mescono
incuranti di coloro che
estremisti delle loro frustrazioni
distruggono o pregano
chiusi nelle prigioni delle loro misere paure.
Prega e distruggi
per quanto tu crederai
non possa fare male a me
e ascoltami
quando ti chiederò di smettere.

 
2003

La verità nuda e cruda

È terribile
perché siamo soltanto
un ammasso senziente di sostanze organiche
di cui nessuno potrà mai dirci l'origine
né la fine.

Insulsi e meschini
indugiamo
consumando la vita con i perché
mentre la vita ci ha già abbandonato
restituendoci alla nostra forma originaria
di putrido ammasso organico senza più mente
né anima.

 
2003

La colpa morì appesa a un ramo.

A volte scegliamo persone
che non sono all'altezza
di ciò che pretendiamo da loro.
Non possiamo però fargliene una colpa
se falliscono
se fuggono
se si umiliano.
Perdoniamole per le nostre colpe.
Perdoniamoli tutti.
Anche Giuda.

 
2003
Giorgio, Gianni, Alberto e poi…

Ultimamente
non ho più rispetto per le morti eccellenti
per gli applausi in piedi
dentro teatri vuoti di sapore
o tra candele accese.

Che sia solo l'invidia
a muovere
il rifiuto al rispetto di mostri sacri
che di canzoni
d'auto
e di cinema
ci hanno cresciuto.

E quando morirà chi ha fatto l'Italia
e tutti gli italiani
sarà ancora pari a questa l'emozione mia?

Ma che dovrei fare allora
davanti a mogli quotidiane
che sparano ai mariti
a uomini soli che uccidono
per un rifiuto
a bimbi gettati
o portati giù dal cielo
tenuti stretti al petto.

Quali mani posso battere
quali lacrime piangere
di questo andare senza senso
che ci circonda.

Non è l'invidia.
Non sia l'invidia!

Perdo quei morti tutti assieme
tutti uguali
tutti strappati
a questo quieto burrascoso navigare
che non sappiamo vivere.

In cuore mio
vorrei tapparmi gli occhi
urlare il loro nome
onorare la loro vita
più della loro morte
ma sono senza midollo e non lo faccio.
Perché ho paura che da Cogne
venga un bambino a chiedermi del mondo
e dei balocchi non giocati.
Ed io rimango ad ammirare i vivi.

In fondo li amo quei morti
della mia tenera, semplice umiltà
li rispetto e mi addoloro per loro
ma
ieri ci sembrava non ci fossero
oggi li osanniamo
domani non ci saranno mai stati
sembra così
e a me non va
per tutti e per nessuno.

Via gli avvoltoi!

Evviva tutti!
Eccellenti e miseri
eroi di ogni giorno
capaci di rimanere vivi
senza scappare.

 
2003

Noi piccoli miseri eroi

Sarebbe stato bello inventare
dare vita a qualcosa che non è mai esistito
dare forma al pensiero
ma anche se l'ingegno non è mai mancato
non c'è niente intorno a cui possa aver mai dato vita.

Creare con le mani è stato sempre il mio sogno
non ci sono mai riuscito
in fondo non ci ho mai veramente provato
ma con le mani amore ne so dare.

Sono fiero di me
come ognuno dovrebbe poter essere
perché quello che siamo riusciti a fare
è un universo
creato nonostante tutto quello
che l'uno contro l'altro
cerchiamo di impedire
volendo o non sapendo.

Chi ha solo respirato
e chi ha scritto le formule più complesse
sono ugualmente due eroi
perché entrambi
hanno compiuto ciò che la vita
ha dato loro la possibilità di fare.

 
2003

Pace

Non è facile parlare di pace e di tranquillità
rotte soltanto da ancestrali paure
quando tutto intorno macera lentamente come sempre.
Ho avuto paura
tremenda paura un tempo
che la gioia trovata diventasse il nulla
quando la avessi trasformata in felicità.
Invece è quieta beatitudine
adesso che la sto vivendo.
Fa paura
quando ci sono momenti
in cui è estrema gioia
che si alternano ad attimi di gioia estrema
e anche se ci sono i soliti problemi
i dilemmi di sempre a cercare di dannarti l'esistenza
li affronti e li superi agilmente
perché quello che ti sei guadagnato
con lo strazio e con l'umiliazione
adesso ti ripaga dei tuoi dolori
basta così poco per non sentir più alcun dolore.
Sguazzano
e ogni tanto vengono a galla i vecchi timori
ma non sanno fare abbastanza paura
perché potranno portarmi via tutto
anche me
anche lei
ma non potranno mai
portarmi via l'amore che ho provato
che provo e sto provando.
Quando fanno più paura invece li combatto
trasformandoli in un apocalisse inevitabile
così che le mie scellerate godurie di oggi
non siano le basi dei dolori
che potrei causare domani.
Sarà una meteora
o un'atomica a toglierci la felicità
come non abusarne adesso
perché in realtà poi so
che non potrebbe
neppure la miseria renderci miseri.

 
2003

Luoghi comuni

Sono pochi i momenti intensi e sentiti.

Sono molti in realtà,
se tu riuscissi davvero a contarli.

In quegli attimi
non pensare ad altri.

Godi te stesso!

 
2003

Madre

Quanto sei subdola e inutile
ci prendi in giro
ci fai dannare, correre, rischiare
uccidere e immolare
ci fa passare notti insonni
a guardare gli astri del cielo
giorni assonnati nella noia
e infine
non trovi niente di meglio da fare
che ucciderci.
Ci illudi
per anni
poi ci tronchi
proprio mentre incominciamo ad affezionarci
quando ci rendiamo conto
che di questa inutile, stronza, maledetta vita
non ne possiamo davvero proprio più fare a meno.
E tu ci uccidi.
Con un cancro
con un colpo al nostro battente cuore
ci schianti a cento all'ora contro un muro
ci butti giù dai ponti
o ci fai tremare il mondo addosso.
Ma non te ne sei accorta
che a noi questa vita piace
da giovani, da adulti e da vecchi
non ne potremmo proprio fare a meno
non la vorremo abbandonare più.
Vorremmo indietro i nostri giochi di bambino
la pazza gioventù
gli amori maturi
e i nipoti da cullare sulle ginocchia
grinzose e stanche.
Alla fine
in fondo a tutto questo
non trovi niente di meglio da fare
che farci morire
mentre ignari ce ne stiamo a pregare
per avere indietro i nostri anni settanta
gli ottanta, i novanta e pure i cento
tu ci lasci inermi cadaveri dentro ad una fossa.
Di noi non resterà che un ricordo, una frase
se andrà bene un film, un monumento
o una targa lurida e arrugginita su di un muro
qui ha vissuto colui che non avrebbe mai voluto morire
ma purtroppo era nato!

 
2003

Hei voi…

Quando scrivete una canzone
ci mettete dentro tutti i vostri dolori
le ansie, le preoccupazioni
a volte le gioie e le speranze
i dolci ricordi, i giochi di bambino
che oggi non usano più?
Quando ascoltate una canzone
andate a cercarci voi stessi
meravigliandovi innocentemente
di come vi descriva bene quella melodia
di come quelle parole
rispecchino il vostro stato d'animo
la vita spericolata, triste, dannata
orgogliosa e amata che state vivendo?
La canzone è un messaggio d'amore
una preghiera al vostro dio
foss'anche il demone in persona
la rappresentazione di ciò che provate
della rabbia che covate dentro
o della gioia che lasciate esplodere
in un nugolo di parole colorate.
Cantate
cantate alla vita un canto nuovo
con l'amore che portate dentro
con l'odio che sparate fuori
cantate e pregate
perché tanto che adoriate satana o visnù
è la vita che soddisferà i vostri desideri
celati dietro a canti scalmanati
o a mielose orazioni
soddisfacendo le vostre benedizioni
e facendovi accettare
i destinatari delle vostre maldicenze.
Che la vostra canzone sia una melodia
o un urlo straziante
ringraziate la vita
che vi ha concesso di cantarla fino a noi
ringraziatela
e fateci sentire il rumore del vostro grazie
affinché lo si possa imparare ballando.

 
2003

Non sarà tardi

Sento il profumo del caffè
venir fuori da una tazzina
vuota di ricordi stesi al vento.
Ascolto ancora te
il cicalio insistente delle chiacchiere
tu e le tue amiche
che non stavate zitte mai un momento.
Vedo tua madre
che non si fiderebbe mai di te
ma non lo andrebbe certo a dire in giro
e finge di non sapere
per ritrovarsi a fare la scimmietta
sopra il camino di campagna
di qualche stupido film americano degli anni '50.
Oggi non si scrive più così tanto
le parole volano come i messaggi
e basta un clic
per far scomparire intere storie d'amore
ma allora avevamo solo penne, libri
e duri banchi di scuola
su cui incidere le nostre iniziali.
Quante ne hai scolpite tu
su lupi e cacciatori
su gang di stelle e di folletti verdi
quante ho creduto di scalfirne io.
Eppure siamo arrivati dove non ci saremmo mai aspettati
nonostante tutto quello che abbiamo fatto
grazie a tutto quello per cui hai voluto lottare.
Tocco i panni stesi al sole
su una terrazza di ringhiera verde
li sento, ruvidi e asciutti
come la pelle di quei vecchi
a cui tendevamo le manine
nel profumato giardino al primo piano.
Tutto è stato più tuo che mio
ma solo perché ho lasciato che così fosse.
E mentre correvi nei prati
lottavi con la lingua tra i denti
e sbaragliavi frotte di marmocchi
pronti a belare alla prima occasione
io aspettavo che arrivasse il mio momento.
Quando sono giunto
all'ultimo gradino di quella scala
da cui ignaro si tuffò il folle angelo
ho capito.
Non eri rimasta ad aspettarmi.
Ho trovato solo una tazzina
vuota
ma ancora fumante di te.

 
2003

Uno

I desideri si avverano lentamente
passo dopo passo
ogni tanto un esplosione di luce
il fragore della gioia
poi di nuovo il quieto cammino della vita
placida, calma o burrascosa
ma accanto a te.

 
2003

E' presto

È presto
quando le barche navigano in cielo all'orizzonte
e i vecchi se ne stanno piegati in due
su piccole sedie vetuste
più della loro tenera età.
L'oceano calmo e fresco della notte
si risveglia con le prime timide spume di mare
e camminando sulla sabbia intonsa
scopri un mondo
che non avresti mai creduto potesse esistere.
Celato all'ombra del cocco e del pareo
c'è un universo pieno di ricordi
e di candide nostalgie
di vita pace e libertà
vissute senza doverle conquistare.

 
2003

E' tardi

È tardi
anche se è meraviglioso
vederlo negli occhi ambrati
degli uomini di domani.
I sorrisi spesi e i pochi regalati
la pelle contro la pelle
sudata di un abbraccio
in un immenso prato verde
dove correre o rotolare.
E' tardi
quando la sera arriva troppo presto
le domeniche sono troppo vicine