2015

2015

14 - 15 MARZO 2015
IL COTTOLENGO A TORINO

17 - 19 APRILE 2015
ALGHERO
17 MAGGIO 2015
TIZIANO FERRO
10 NOVEMBRE 2015
SE
CANTO

18 gennaio 2015

I Batuffi

Sia-amo i Batuffi

sia-mo i Batuffi

nanissimi cani

o-ogni tre passi o-ogni tre passi

facciamo un mattone

noi siamo quelli che al nostro padrone

lecchiamo la faccia alla luce del sole

noi siamo i Batuffi.

A-a-a-a-alle lumache guardiamo negli occhi

ai passerotti abbaiamo negli orecchi

se non credete scendete quaggiù

scendete, scendete quaggiù.

Sia-amo i Batuffi

Sia-amo i Batuffi

pelosi amorosi

o-ogni leccata o-ogni leccata

è un bacio d’amore

abbiamo il cuore più grande del mondo

abbiamo il muso e il culetto rotondo

noi siamo i Batuffi,

nella nostra cuccia

c’è posto per tutti

per quelli carini

e per quelli più brutti

noi siamo i Batuffi.

A-a-a-a-alle lumache guardiamo negli occhi

ai passerotti abbaiamo negli orecchi

se non credete scendete quaggiù

scendete, scendete quaggiù.

21 gennaio 2015

Un’avventura

Se fosse solo un limite lo sai

potremmo oltrepassarlo

senza aver paura mai

andare oltre i confini

di ogni nostra identità

e credere che sia soltanto un’avventura

un’avventura

un’avventura.

Se il tempo fosse un complice per noi

rallenterebbe il battito

delle passioni

lasciandocele vivere

ma poi riassaporarle

ancora

ancora

ancora

ancora.

Ancora vivo questa vita

come un’avventura

ancora vivo questa vita

ma non ho paura

ci sono giorni

in cui ti sembra un’altra vita e poi

ti svegli e non hai più la tua

ci sono spazi in cui ti perdi

per paura di essere solo

e poi ti trovi a guardare

la tua immagine riflessa

non bastano soltanto le abitudini

a rassicurarti

e a renderti la vita un’avventura

un’avventura

un’avventura.

Io sono il pugno che abbatte il muro

sono l’anima dentro la goccia

che insistendo corrompe la roccia

io sono l’ipotesi che da tutti vien scartata

anime della città

gettate ai quattro venti

come fossero speranze

come fossero serpenti

brividi lungo la schiena

di una vita esagerata

come fosse un’illusione

come se non fosse stato mai

un’avventura

un’avventura.

Quando non ci sei ti penso

ma non è lo stesso

non è lo stesso

sento ancora l’eco

dei tuoi passi nella notte

che mi nega che sia già domani

ballerine sopra i cubi

senza neanche più i vestiti

a farci immaginare

quanto averti qui

liberami

Se il tempo fosse un complice per noi

rallenterebbe il battito

delle passioni

lasciandocele vivere

ma poi riassaporarle

ancora

solo se ci fosse ancora il tempo

di tornare indietro

fino a quel momento

ogni volta io rimango

come fosse l’attimo

che arriverà

chiuso dentro una clessidra

dove il tempo passa

ma non vola via

resto a pensarci

un attimo e poi

tutto trova un senso

anche per me

il tempo mio sei te.

26 marzo 2015

Prospettiva

Leggi

leggi di Jung

non leggi Jung

ma di Jung

chi era

cosa ha fatto

associazione di idee

facile

bello brutto

sottolineare evidenziare

prospettiva

silenzio

prospettiva

silenzio

ti nascondi in bagno e piangi

delle sue stesse lacrime

prospettiva

meglio non pensarci

guardiamo un film

allacciate le cinture

prospettiva

una botta nel cuore

ecco cos’è la prospettiva

guardiamo un altro film

magari una commedia

la mossa del pinguino

prospettiva

giù dalla finestra

anche se c’è una prospettiva

dov’è la prospettiva

meglio fare un giro

hanno riaperto il circolo

due vecchi parlottano

chiuderà presto

basta che si muoia io e un altro

e chiude di nuovo

prospettiva

scrivi

siamo

quelli che rimangono

no non è che noi

siamo quelli che rimangono

noi siamo

in quelli che rimangono

prospettiva

silenzio

prospettiva

silenzio.

29 novembre 2015

29 XI 2015

Perso nella tua assenza

ho dimenticato chi eravamo

e il tempo avido si è portato via i giorni

per renderceli poi

quando abbiamo sentito che eravamo.

24 dicembre 2015

Pensiero

È un pensiero leggero

viene da lontano

viene dal profondo

come alito di anime perse

e diventa

melodia dello spirito ritrovato

dell’essenza cha ha ridato luce ai nostri volti

nell’abbraccio che ci ha uniti

sulle rive di un mare

dove siamo diventati

insieme…

CARO DIARIO...
7 gennaio – un commando jihadista di due uomini armati con fucili d’assalto kalashnikov assalta la sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi i killer sono Said e Cherif Kouachi, due fratelli franco-algerini tornati da poco dalla Siria, un complice, Amedy Coulibaly, li aspetta alla guida dell’auto, pronto per la fuga; durante la riunione settimanale di redazione il commando irrompe nei locali sparando all’impazzata e provocando la morte del direttore Stéphane Charbonnier autore tra l’altro di una vignetta tragicamente profetica, in cui scherzava su possibili attacchi terroristici imminenti in Francia e dei suoi collaboratori storici del periodico, Cabu, Tignous, Georges Wolinski, Philippe Honoré muoiono anche due poliziotti intervenuti sulla drammatica scena, in totale muoiono dodici persone e numerosi sono feriti; proprio poco prima che l’attacco alla testata giornalistica avesse luogo il settimanale satirico aveva pubblicato sul proprio profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato Islamico; il presidente della Repubblica Francois Hollande accorre immediatamente sul posto e nelle sue parole definisce le vittime come "i nostri eroi", caduti per un ideale di libertà della Francia intera, la polemica invece evidenzia che da diverso tempo i controlli nelle vicinanze del giornale erano state stranamente allentate nonostante che Charlie Hebdo fosse da anni nel mirino del fanatismo religioso per le sue provocazioni contro tutti i tipi di estremismo; il tutto viene ampiamente documentato da varie riprese che si concludono con la fuga degli attentatori che gridano, abbiamo vendicato il profeta, abbiamo ucciso Charlie Hebdo, siamo di Al Qaida; due giorni dopo si stringe la rete intorno agli attentatori che vengono uccisi in uno scontro a fuoco con la polizia, Amedy Coulibaly armato di kalashnikov si rifugia in un supermercato kosher a Vincennes, prende in ostaggio gli avventori uccidendone subito quattro e minacciando di compiere un massacro se non lasciavano fuggire i fratelli Kouachi, la freddezza della follia gli permette di telefonare alla redazione di BFMTV per chiarire le dinamiche dell’attentato evidenziandone la sua partecipazione in prima persona, i fratelli dovevano assaltare la redazione e lui si sarebbe occupato dei poliziotti, una confessione al fine far sapere a chi doveva sapere della sua fedeltà alla causa; l’azione richiesta dal presidente Hollande deve essere risolutiva, le teste di cuoio irrompono nel supermercato uccidendo Coulibaly, stranamente a piede libero nonostante fosse stato condannato a cinque anni nel 2013. Libertà l’ha chiamata Hollande ma nessuno ha tenuto conto dell’antica saggezza popolare, “a scherzare col fuoco ci si brucia” ma ancor più “scherza coi fanti ma lascia stare i Santi”, miserabile sarà la vignetta sul terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016, questa non è libertà e sadica e presuntuosa provocazione, hanno provocato quelli sbagliati.
13 novembre – non c’è pace per Parigi, allo Stade de France è alle 21:00 è in programma l'amichevole Francia-Germania, i caffè hanno i tavolini all'aperto gremiti di persone, al teatro Bataclan si sta per tenere il concerto del gruppo californiano Eagles of Death Metal, il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve sta per consegnare le onorificenze agli agenti che hanno rintracciato Amedy Coulibaly poche ore dopo la strage di Charlie Hebdo; in giornata ci sono già stati due falsi allarmi terrorismo, alla Gare de Lyon e all’hotel Molitor, anche il presidente François Hollande si sta recando allo stadio; su tre diverse automobili noleggiate a Bruxelles salgono Salah Abdeslam, Ibrahim Abdeslam, Ahmad Almohammad, e altri attentatori pronti a tutto in quella serata parigina; Ahmad con una cintura esplosiva nascosta sotto il bomber tenta inutilmente di entrare nello stadio; sul tabellone si arriva al minuto 16 e 24 secondi un boato scuote lo stadio, per un attimo tutti si fermano ma pensano ad un petardo di notevoli dimensioni, Ahmad si è fatto saltare in aria uccidendo Manuel Dias, la prima delle centotrenta vittime di quella sera; pochi minuti dopo un nuovo boato, un altro attentatore suicida si è fatto saltare in aria, Hollande viene prelevato e messo al sicuro; alle 21:53 anche Bilal Hadfi preme l’interruttore, la partita continua per evitare che il panico possa provocare più morti delle bombe; poco lontano tre uomini scendono dalla loro auto davanti al Carillon gremito della movida notturna, kalashnikov in braccio i terroristi fanno fuoco a ventaglio, corpi cadono ovunque muoiono quindici persone; altri assaltano la pizzeria Casa Nostra provocando altri cinque morti; stesso copione alla Belle Equipe; Ibrahim Abdeslam si fa saltare in aria al Comptoir Voltaire; Ismael Mostefai e Samy Amimour sono di fronte al Bataclan, il concerto è cominciato ed entrano sparando all’impazzata, i corpi cadono a decine, il concerto è finito, chi non è morto si finge tale o si nasconde sotto i cadaveri ma gli attentatori passano tra i corpi a giustiziare che sembra ancora vivo con un colpo alla nuca; le persone cercano di fuggire in ogni modo possibile dalle finestre ai condotti di areazione fino alle soffitte; un commissario di quartiere, di cui non si saprà mai il nome entra nel Bataclan con una pistola e un giubbotto antiproiettile, uccide uno degli attentatori e mette in fuga gli altri due che si rifugiano in una stanza con venti ostaggi la polizia dà l'assalto, alla fine si contano ottantanove morti; Salah Abdeslam è ancora vivo, chiama Mohamed Hamri e Hamza Attou in Belgio chiedendo loro di andarlo a prendere; sarà catturato il 18 marzo 2016. Comunque tu la combatta questa guerra è solo persa, inutile e persa.