1978

1978

E il piombo cola

fuso su di noi

facendoci credere

che ci siano i buoni e i cattivi

e ce ne fanno trovare uno

nella bauliera di una macchina

chissà se era buono

o se era cattivo

o se è la stessa cosa

ma come si fa a crescere

in un mondo pieno di menzogne

e non diventare menzogna

come si fa a credere

come si fa a sapere

qual è la strada giusta

o almeno

quale non sia sbagliata

come si fa

mentre ti plasmano

mentre ti plagiano

mentre manipolano

il tuo cuore e il tuo cervello

come si fa?

Non rispondete per favore

tanto sarebbe un’altra menzogna.

 


APRILE 1978

Ecco la mia seconda media, si aggiungono al gruppo tre nuovi compagni, due sono nella fila di mezzo accanto alla professoressa di scienze e matematica, la Nunziati, famosa perché diceva "elastichino" e perché vedeva l'ombelico di Gesù Bambino; sono Antonio Ancillotti e Marco Maestrelli, i nuovi bulli, ripetenti e casinisti; l'altro è in mezzo nella fila in basso, Giuseppe Aronica, un vulcano di panzane e di allegria. La vita comincia a farsi complicata, le ragazze, la scuola, gli amici, si esce dal guscio e si capisce che non sono tutti lì ad aspettarci. Eppure adesso sembra tutto così stupido e facile, ma allora...



CARO DIARIO...
16 marzo – i 55 giorni più lunghi della storia della Repubblica italiana cominciano mentre Aldo Moro è a bordo della Fiat 130 blu di ordinanza, seguita dall'Alfetta bianca della scorta; arrivati all'incrocio tra via Fani e via Stresa vengono assaliti da un commando di 19 brigatisti armati di mitragliette automatiche, bloccano la strada con due auto ostruendo ogni via di fuga con altri veicoli parcheggiati, i terroristi entrano in azione facendo fuoco sulla scorta e sulle due guardie del corpo dell'auto blu; sulla strada un tappeto di bossoli e sangue, nei due abitacoli crivellati di colpi i corpi senza vita di Domenico Ricci (appuntato dei Carabinieri), Oreste Leonardi (maresciallo dell'Arma), Francesco Zizzi (vice brigadiere di Polizia), Giulio Rivera e Raffaele Jozzino (entrambi agenti di Polizia); passano 48 ore prima che le Brigate Rosse rivendichino l'attentato e il sequestro di Aldo Moro, pubblicando una foto del politico con la famigerata "stella a cinque punte" alle spalle allegata a un comunicato in cui si annuncia che il presidente della DC sarebbe stato processato da “un tribunale del popolo”; vengono approvate in tutta fretta una serie di leggi speciali volte a dare più poteri alle forze dell'ordine e agli investigatori nell'attività di contrasto al terrorismo mentre le forze politiche si scontrano sulla trattativa con i terroristi; nei 55 giorni successivi è un susseguirsi di comunicati delle BR, ipotesi giornalistiche e polemiche politiche, con il blocco moderato che accusa l'area comunista di essere contigua agli ambienti brigatisti e le speranze di vedere libero Moro si fanno sempre più deboli fino al 6 maggio, giorno in cui le BR comunicano l'esecuzione della condanna a morte; tre giorni dopo il corpo di Moro viene rinvenuto in via Caetani, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata simbolicamente tra via delle Botteghe Oscure e Piazza del Gesù vicino alle sedi di  PCI e DC; le inchieste giornalistiche successive coinvolgono come sempre tutti per non accusare nessuno, la loggia P2, la rete clandestina della NATO e i servizi segreti di diversi paesi; il tutto per impedire l'ipotesi di un governo di solidarietà nazionale, con la partecipazione dei comunisti sostenuta dal presidente della DC Aldo Moro; un gesto politico di considerevole portata, i cui echi avevano oltrepassato i confini nazionali, il PCI del segretario Enrico Berlinguer si diceva pronto al compromesso storico, rivendicando lo strappo con Mosca, le resistenze però erano forti sia all'interno della DC, sia tra gli alleati internazionali dei due principali partiti italiani. Echi di guerra fredda spargono sangue sul suolo italiano.

9 maggio – La mafia uccide Giuseppe Peppino Impastato, quella mafia tra le cui mura era cresciuto e che aveva imparato ad odiare dopo il brutale assassinio dello zio, fatto saltare in aria con la sua "Giulietta", cui Peppino assiste all'età di 15 anni, inizia un percorso politico e culturale di lotta contro la "legge dei potenti" e di ribellione nell'ambito familiare, a 17 anni lancia e dirige il giornalino L'idea socialista, facendosi portavoce delle istanze del proletariato, portate avanti dalla sinistra del Partito Socialista Italiano, confluita nel nuovo soggetto del PSIUP sostenendo le ragioni di contadini, edili e disoccupati; nel 1976 fonda Radio Aut che trasmette ogni venerdì la striscia Onda Pazza a Mafiopoli, una satira feroce di quei protagonisti noti della quotidianità di Cinisi, il suo paese, come il boss Badalamenti e il sindaco Gero di Stefano, facilmente riconoscibili nei personaggi Tano Seduto e Geronimo Stefanini, un modo innovativo di lotta alla mafia, che attraverso la satira porta alla luce il traffico di droga e i giochi di potere tra politica e clan del territorio; decide di candidarsi alle elezioni comunali del 14 maggio 1978, tra le fila di Democrazia Proletaria ma Cosa nostra è in piena espansione dei propri traffici dà l'ordine di assassinarlo e cancellarne il ricordo; nella notte tra l'8 e il 9 maggio avviene il macabro ritrovamento dei suoi resti, lungo i binari della ferrovia Palermo-Trapani dilaniato da una carica di tritolo, i carabinieri giungono frettolosamente alla conclusione che si tratti di un fallito attentato terroristico o in alternativa di suicidio "esibizionista", poche ore dopo i tg danno la notizia del ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro; 264 cittadini scrivono il suo nome sulla scheda elettorale, eleggendolo simbolicamente al consiglio comunale di Cinisi; soltanto 10 anni più tardi, quando l'inchiesta viene riaperta arrivano le condanne: trent'anni per Vito Palazzolo ed ergastolo per Gaetano Badalamenti, come mandanti dell'omicidio; “I cento passi”, film uscito nel 2000 per la regia di Marco Tullio Giordana, conta e racconta la distanza tra la casa di Peppino e quella del boss Badalamenti. Non si possono contare passi sufficienti per essere sicuri di non essere mafiosi.

8 luglio – dopo sedici scrutini finalmente viene eletto il nuovo Presidente della repubblica Sandro Pertini, da un Parlamento spaccato in due, esce all’improvviso con ben 832 preferenze il suo nome; il suo carisma aiuta l’Italia a superare la tragedia dell’assassinio di Aldo Moro, affrontare l'ultima fase degli "anni di piombo" e il terremoto dell’Irpinia, insieme all’elezione di papa Giovanni Paolo II è un evento che cambia la storia dell’Italia e tramanda ai suoi successori un modello universale di onestà e di alto profilo istituzionale, in assoluto il Presidente più amato della storia. Impossibile non riviverlo allo Stadio Santiago Bernabéu dopo il terzo goal rassicurarci con la pipa in mano, che la Germania non avrebbe potuto più riprenderci, Campioni del Mondo!

26 agosto – Albino Luciani viene eletto Papa col nome di Giovanni Paolo I, in enorme anticipo sui tempi per la sua spinta riformatrice viene arrestato da un destino avverso, dopo appena trentatré giorni di pontificato, muore stroncato da un infarto o dalle mille altre motivazioni Andreotti, la P2, il KGB, la CIA e i tutti i soliti ingredienti depistanti. Ci lascia il suo sorriso a ricordarci un amore divino troppo spesso dimenticato.

16 ottobre – Karol Wojtyla è eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo II a rassicurare la sua intenzione di proseguire il percorso appena accennato da Albino Luciani, “Anche non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana; se mi sbaglio, mi corrigerete!” Il Papa dell’est, il Papa con la valigia, il Papa dell’attentato di cui sarà vittima, il 13 maggio del 1981, senza frenarne l'azione di contrasto al comunismo e al capitalismo sfrenato, il Papa degli Ebrei che chiamerà “i nostri fratelli maggior”, il Papa che fa crollare il “muro di Berlino” e il comunismo, ma non affronterà temi come contraccezione, aborto e omosessualità. Per noi italiani crolla l’ultimo baluardo di integrità e coerenza, una figura degna di rispetto aldilà delle condivisioni o dei contrasti.