1995

1995

Si scuotono le mura

cadono macerie

e dai prova di esserci

di sentire

di capire

di amare

di amare finalmente te

poi torni indietro

ma ormai non sei più lo stesso

assaggi nuovi sapori

ammiri nuovi orizzonti

e torni a guardare indietro

con occhi nuovi

ciò che vedi è diverso

e vuoi di più

vuoi ridere

vuoi gridare

vuoi urlare

la tua vita

la tua essenza

la tua rabbia

la tua libertà

accetti nuovi compromessi

provi

adesso conosci i limiti

i tuoi

fin dove puoi

fin dove lasci

adesso sai

tracci il tuo confine

sulla sabbia

e con tranquillità affronti la vita.



5 MARZO 1995
A Milano a vedere Inter vs Juventus – risultato finale 0-0.

AGOSTO 1995
In vacanza allungando il giro della Spagna. San Sebastian, Burgos, Salamanca, Segovia, Madrid, Aranjuez, Toledo, Lloret del Mar.

30 SETTEMBRE 1995
Il grande e mitico Roberto Benigni, due esilaranti ore di spasso.

CONCERTI 1995
Lui mi mancava.
CARO DIARIO...

12 maggio – Mia Martini: Per amici, fan, colleghi e per la sorella Loredana, era semplicemente Mimì. Per la storia della musica italiana Domenica Bertè, in arte Mia Martini, è stata una cantautrice tra le più raffinate di sempre. Nata a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, si presentò sulla scena musicale come ragazzina ye-ye e dimostrando di essere in netto anticipo sui suoi tempi con l'album d'esordio "Oltre la collina". Alla fine degli anni Settanta cominciò l'ascesa come interprete di musica leggera, con brani che entreranno nel repertorio classico della canzone italiana. Da "Piccolo uomo" a "Minuetto" (scritta per lei da Franco Califano), da "Padre davvero" alla struggente Almeno tu nell'universo, fino alla più recente Gli uomini non cambiano, con cui arrivò seconda al Festival di Sanremo del 1992. In trent'anni di carriera conquistò diversi riconoscimenti, tra cui la Targa Tenco e il Premio della Critica a Sanremo, istituito apposta per lei nel 1982. Quest'ultimo, dopo la scomparsa dell'artista il 12 maggio del 1995, prese il nome di Premio Mia Martini, ancora oggi il più ambito riconoscimento nel panorama musicale nazionale.

14 dicembre – Fine della guerra in Jugoslavia: Con gli accordi di Dayton (formalizzati a Parigi il 14 dicembre del 1995) fu messa la parola fine alle sanguinose guerre civili jugoslave, decretando la dissoluzione della Jugoslavia e la nascita degli stati indipendenti di Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Montenegro (queste ultime due unite nella Federazione jugoslava, fino alla definitiva separazione nel 2006). Nello specifico, l'intesa di Dayton stabilì l'intangibilità delle frontiere tra i diversi paesi e la creazione di due entità interne allo stato di Bosnia ed Erzegovina (la Federazione Croato-Musulmana e la Repubblica Serba), riunite sotto una presidenza collegiale e ciascuna dotata di un parlamento locale. Ai colloqui di pace furono convocati i rappresentanti delle nuove repubbliche jugoslave – Slobodan Milošević (presidente della Serbia), Franjo Tuđman (presidente della Croazia), Alija Izetbegović (presidente della Bosnia ed Erzegovina) – sotto la mediazione di Richard Holbrooke (Vicesegretario di Stato americano), Carl Bildt (inviato speciale dell'Unione Europea) e Igor Ivanov (viceministro degli esteri della Federazione Russa). Dopo quarantasette anni, finiva così la storia della più grande nazione della penisola balcanica e di quella più multietnica d'Europa, nata alla fine della Seconda guerra mondiale su iniziativa del maresciallo Tito, che ne fece una dittatura di stampo comunista. La fine della guerra fredda e la caduta dei regimi comunisti avevano messo in crisi l'unità slava, favorendo l'ascesa di leadership nazionaliste che miravano all'autonomia politica delle singole repubbliche federate. Le prime a raggiungerla furono Croazia e Slovenia nel 1991. L'anno dopo ci provò anche la Bosnia Erzegovina con un referendum, che aveva finito con lo spaccare il paese in due: da una parte le comunità musulmana e croata, dall'altra i serbo bosniaci. Il conflitto che ne derivò in tutta la penisola provocò oltre 250mila vittime e milioni di sfollati, segnalandosi per crimini efferati paragonabili a quelli compiuti dalla ferocia nazista. La pagina più terribile fu scritta con il genocidio perpetrato nella città di Srebrenica, dove vennero aperti campi di concentramento per non-serbi (cui vennero limitati i diritti civili) e furono distrutti i luoghi di culto musulmani. Non meno cruento fu l'assedio della città di Sarajevo, in cui morirono 10mila persone. L'intervento della Nato fu risolutivo per la fine delle ostilità e l'apertura dei colloqui di pace concretizzatisi a Dayton. Ciononostante lo scenario balcanico rimase precario, al punto che un anno dopo scoppiò un violento conflitto in Kosovo, provincia della Serbia cui il presidente Milosevic aveva revocato lo status di autonomia, conclusosi nel 1999 con il riconoscimento dell'autonomia kosovara (trasformata in indipendenza nel febbraio 2008) e l'arresto dello stesso Milosevic per crimini contro l'umanità.