CARO DIARIO...
4 febbraio – ed eccolo qua, Facebook si presenta in rete e rivoluziona i social network e la vita di ognuno di noi, tutti sono collegati tra loro da una catena infinita di relazioni, più o meno significative e queste si riversano sul Web; dal concetto filosofico dei gradi di separazione un giovane studente di Harward si ritrova tra le mani, anzi sotto i polpastrelli, l'affare del secolo, rivoluzionando il mondo dei social network ed entrando nel quotidiano di milioni di persone; il diciannovenne Mark Zuckerberg, studente di informatica al secondo anno, è da sempre affascinato dalla mole di informazioni, immagini e dati personali raccolta negli annuari che alcuni atenei americani destinano ai propri iscritti per aiutarli a socializzare e questo gli stimola l'idea di trasporre l’enorme patrimonio sul web, concretizzandolo con il progetto Facemash, realizzato con migliaia di foto, copiate clandestinamente dalle aree protette della rete universitaria; il sito resta attivo solo pochi giorni prima di essere chiuso per violazione di copyright e privacy, Zuckerberg la passa insolitamente liscia evitando l'espulsione; l'insuccesso non impedisce che le sue abilità informatiche vengano notate da tre colleghi di Harward, Cameron e Tyler Winklevoss e Divya Narendra, che gli chiedono supporto per sviluppare il servizio di rete sociale, HarvardConnection.com, per gli studenti della prestigiosa istituzione accademica; Zuckerberg si rende disponibile con l'intenzione però, di realizzare per conto suo il progetto come accadrà il 4 febbraio con il lancio di thefacebook.com, messo a punto con la collaborazione di Andrew McCollum ed Eduardo Saverin; il nuovo sito permette ad ogni utente di crearsi un proprio profilo, con immagini e informazioni, mettendolo in contatto con quelli degli altri, creando una mappatura dei rapporti di connessione tra le persone, che è lo scopo ultimo e vero di chi lo ha creato per trarne il massimo profitto; il nome deriva dall'impostazione grafica del profilo, modellata su quella degli annuari accademici a cui Zuckerberg si è ispirato, l'idea estremamente vincente si diffonde in poco tempo in altri istituti e in breve nasce la Facebook Inc.; tra il 2006 e il 2007 Facebook passa dal 60° al 7° posto nella classifica dei siti più visitati al mondo, nel frattempo i continui aggiornamenti migliorano sensibilmente il portale e le sue peculiarità senza smetter più nonostante le continue grane con la privacy che portano all’inserimento di funzioni che consentono di scegliere cosa condividere e con chi; Zuckerberg incrementa la connessione con siti esterni per lo sfruttamento della pubblicità ma anche in questo caso saltano fuori nuove grane con la privacy ma questi piccoli incidenti di percorso non intaccano il valore dell'impresa; la montagna di dollari spinge nel 2008 i fratelli Winklevoss e Narendra, che si sentono defraudati della loro idea, a fare causa a Zuckerberg per furto di proprietà intellettuale uscendone con un risarcimento di sessantacinque milioni di dollari; nel 2012 si arriva a un miliardo di utenti attivi, nel 2017 diventano due miliardi e Facebook è il sito più visitato al mondo. Tutti lo amano, tutti lo odiano, tutti lo usano.
2004
2004
Faccialibro ci regala nuove piazze
dove conoscersi
vantarsi e fingersi
quante belle facce conosci
al quatre saisons
oui oui
e ti regali nuove piazze
dove conoscersi
condividere e essere veri
oui oui le quatre saisons
la piazza di Urbano
dove la felicità
è una fontana che zampilla
oui oui
Faccialibro ci regala il suo aiuto
come divina coincidenza
come fato
destino
profezia
facce del mondo
esposte in vetrina
facce scomparse
facce travolte
dalla violenza del mare
dalla forza della terra
dall’imprevedibilità di uno tsunami
trecentomila facce
che in piazza non si vedranno più.
Sacre
&
19 gennaio 2004
Che differenza c’è fra chi conosce e chi non sa?
Nato in Africa
in India o in Amazzonia
nudo e denudato
schernito e malnutrito
depredato e sfruttato
senza mai poter conoscere
il significato di un sorriso
della parola Amore, di Dio.
Morto giovane
di fame e di stenti
di mali curabili
di cure lontane
di una bomba o di un angheria.
Salito al cielo per le sue sofferenze
per il suo dolore
per la sua innocenza.
Nato ovunque
Cullato, coccolato
cresciuto e giocato
istruito e inglobato
devoto, santo o ateo
buddista, cristiano
indù, musulmano o ebreo.
Morto anziano
dopo aver rubato
odiato, comprato
evaso, eluso
disatteso e tradito
gioito e gridato
riso, amato
carezzato e goduto
vissuto senza chieder perdono.
Se ne andrà all'inferno!
Perché?
E ditemi ancora:
Perché è nato!!!
Libero Arbitrio.
L'alibi di Dio!
23 febbraio 2004
Un attimo e via…
Ciao piccolo mio grande amore
ritrovato dopo le curve di levante
dopo la risacca stanca
dipinta di primavera
in una calda triste notte d'estate.
Tornata e ripartita
senza neppure poggiare le chiavi
senza nemmeno toglierle
da dentro quella serratura
chiusa a nascondere a te stessa
le paure e le gioie
che invece a me solo sai mostrare.
Bentornata
alla semplicità che questa sera hai regalato
al mio consapevole cuore
di quella rassegnazione
che lo contraddistingue
capace di capire il tuo amore lunare
di bramarlo, desiderarlo e accoglierlo
ma scusa, incapace
ancora e per sempre
di accettare queste briciole che ti doni.
Stasera è il mondo
domani
piansi l'amore mio
fino a che non lo vedrò tornare a uccidermi
ancora una volta
triste nella mia infinita gioia di amarti.
6 luglio 2004
Con un colpo di pennello
Tu sei bella
così come appari
ai miei occhi
colmi della tua luce
della tua naturale bellezza
satura dentro e fuori
del mio naturale desiderio.
Tu sei bella
quanto sentirai di esserlo
e quand’anche fosse
abbastanza
se lo vorrai
potrai esserlo ancora di più.
26 luglio 2004
L’opera incompresa
Mi chiedo
fino a che punto vuole arrivare il tuo ego,
sento filtrarlo dentro di me
azzannare le mie carni
che appena hanno imparato a camminare da sole.
Dimmi perché non parli
e poi le tirò una scure in faccia.
Così come il maestro
anche tu mi hai creato
e adesso non puoi vedermi felice
solo perché tu non sei capace di esserlo
e invece di abbandonarti al mio amore
alla mia semplice gioia
ti rintani sotto la tua puzza al naso
e guardandomi schifata
mi bastoni
solo perché io mi diverto
e tu non sai come si fa
tu che prendi tutto sul serio.
E non hai ancora capito
che la vita è solo un gioco stupido
per gli stupidi
ma dannatamente complicato
per quelli
che non hanno il coraggio di ammettere
di essere degli emeriti imbecilli come me!
24 settembre 2004
Buon Compleanno
Credo che,
in ogni caso
sia il modo migliore per dirti
come e quanto.
Credo che,
nonostante tutto quello
che ci viene insegnato e consigliato,
gli atti che poi
davvero si compiono
sono realmente ciò che sentiamo,
quando questi vengono attuati
senza pensarci
senza pensare a nessuna conseguenza,
quando, come si dice,
si segue l'istinto.
I nonni viziano i nipotini
e i genitori si arrabbiano con loro
perché sarà sempre più difficile
dire di no a i piccoli.
Viziare
comporta il dover dare sempre di più.
Per questo non dormo la notte
perché me ne sto lì
a pensare
se potrò ancora darti di più
se avrò il tempo
se avrò il modo
se avrò le braccia per porgertelo
e le gambe per venire incontro a te a portarlo.
Lo so
lo so che non hai bisogno di questo
ma ne ho bisogno io.
Bisogno di dare
di dare a te
di darmi a te
per provare la gioia di sentirmi vivo.
In fondo, a cosa possono mai servire le mie mani
se non per dare pugni o carezzare te
a cosa mai potranno servire le mie gambe
se non per scappare o per correre da te
a cosa potrà mai servire il mio cuore
se non per dolersi o
amare te.
2 ottobre 2004
Memories
Ascoltavo Gino e Ornella
cantare dei loro ricordi
i ricordi
di quando noi eravamo piccoli
e voi
voi non eravate ancora nati.
Pensavo a Giacomo
inutilmente piegato sui libri
alla sua attesa della gioia
al suo ricordo della felicità
e mi sono invece reso conto
che è qui
qui ogni giorno
ogni momento.
Perché
non ricordo una gioia che ho provato
non ripercorro i giorni in riva al mare
o quelli ventosi sulle sabbie dell'Atlante
ma
vivo
vivo di una gioia che è presente
non risiede nell'aver vissuto quei giorni
nell'aver toccato con mano quei momenti
vive presente ed attuale
in me
è la mia gioia di sapere
che ci siete stati
che ci siete
che ci siamo
riderò ancora fra cent'anni
ma la gioia
non sarà passata
sarà quella che proverò allora
e fra cent'anni
sarò ancora in grado di ridere
gridando il mio amore urbano.
6 ottobre 2004
Yuuhuu!
E’ strano a volte
come il destino
assai beffardo e scaltro
metta insieme un’accozzaglia così varia
di loschi figuri e pavide donzelle
e che questo malconcio
esercito di Franceschiello
riesca, in barba a quanto scritto
predetto e figurato
a dare vita
almeno per lo sbattere di un’ala,
perché di due potrebbe sembrar troppo
agli invidiosi che gli stanno intorno,
ad un energia quantica e solare
così immensa, da aver lasciato
tracce indelebili ed indissolubili
in ognuno di noi.
Chi c’è, chi c’era
chi ha potuto e chi no
non ha importanza
varcheremo quella soglia
col nostro cestino in mano
colmo dei doni raccolti
in questo buio, tetro
meraviglioso bosco.
Sarà un dono comune
a farci ritrovare
attoniti e meravigliati
con il cestino in mano
a ridere e scherzare
insieme al più grande Ciuhone
che si sia mai visto in Paradiso.
15 ottobre 2004
Remember
Ieri
oggi
lasciarsi
perdersi in un nanosecondo
ritrovarsi come ieri
come oggi
domani
incorrotti, intoccabili
con le nostre paure
i nostri ricordi
piangersi e abbracciarsi
giovani, vecchi, adolescenti
sempre immutate le antipatie
immutabili le simpatie
immutato il tempo
piegato su se stesso al nostro servizio
e tu
tu che sai di cosa sto parlando
piangi
piangi adesso come allora
senti adesso come allora
senti e portati dentro tutto questo
perché questa è la vita
questo è il senso della vita
non quello che ti hanno fatto vedere
non quello che ti fanno sentire
non quello che ti fanno credere
ma quello che senti tu
ed è tutto vero
oltre il falso della vita
oltre i morti dell’orrore
oltre i fasti senza pudore
questa è vita
sentire, toccare, vivere
essere
esserci stati
e noi lo possiamo gridare forte
lo possiamo dire a tutti
anche se non glie ne frega niente di noi
ma noi siamo
siamo, siamo, siamo
quello che loro non potranno mai essere
noi siamo stati veri.
15 ottobre 2004
Vecchi e dimenticati
Abbiamo vissuto
ciò che nessuno
d’ora in poi
potrà mai comprendere
abbiamo vissuto il tempo
in cui non c’era niente
eppure avevamo tutto.
È triste pensare
che non ci saremo più
è inutile non esserci più
allora diamo qualcosa
a questo inutile mondo
già che ci siamo
facciamo il nostro inutile dovere
e visto che è possibile siamo.
20 ottobre 2004
Fu tutto vero
Non può il vento
cancellare i rimorsi
le tristi agonie
di un sentimento tarpato.
Rimembri ancora
il tempo in cui
come Esmeralda
fendevi la roccia
scioglievi il nucleo
e con le putride membra in mano
tradivi le speranze recandoti altrove.
Almeno ti baciai
nel fumo e nel profumo
sulla riva del mare
al limitare estremo
del tempo che fu concesso.
Si sono vere
vere le parole
camuffate
in mezzo a tante fandonie declamate.
Tanti i punti cardinali
quanti i colpi inferti
a questo misero
vano
turbinare d’entusiasmo
che infine placido e beato
nulla pretende più
che poter continuare a rivivere
ciò che gli rimane.
20 ottobre 2004
Eterea eternità
Venti che soffiano turbolenti
cinque continenti da varcare
anni colmi di beati ricordi
d’amore ti vestì l’età
senza pudore e rimpianto
fine non vi fu mai.
20 ottobre 2004
La calma dopo la tempesta
Se è difficile descrivere la gioia
ancor di più lo è dileggiarsi
a far fronzoli sul placido restare
gli entusiasmi si trasformano in pace
la frenesia si accoccola sotto le coperte
a godersi il caldo tepore dell’intimità
non c’è più bisogno di gridare
non c’è più rabbia da strappare
con violenza o con amore
c’è la vita dei normali
serena dei suoi mille dolori
calma delle battaglie da lottare
forte delle carezze da regalare a te.
7 novembre 2004
Filibus
Ne resterà soltanto cenere
di me e dei miei ricordi
di te che tengo per mano
dei sorrisi appesi al muro
dei viaggi e dei ritorni
delle nostre vesti
e delle nostre nudità.
Cenere che mulina nel vento
senza ritorno
sparsa sopra un mondo cieco
imperturbabilmente ignaro di noi.
Solo cenere
a marcire nella terra
a muffire nelle soffitte degli altri
prima di svanire nel nulla eterno.
Solo cenere
perché le nostre malvagità
i miei delitti e le tue pene
ci hanno portato via di mano
anche la speranza
che qualcuno ancora ci potesse raccogliere
conservare e ricordare con amore.
27 novembre 2004
L’eternità
Adesso ho capito tutto
tutto al di là dell’amore
al di là degli affetti
e degli amici
al di là del presente
e del futuro
al di là dei sogni
e dei desideri
al di là di tutto
ritroviamo ancora noi stessi
come ci siamo sempre sentiti
come abbiamo sempre vissuto
e allora
finalmente
guardo te
nel tuo meraviglioso
dannato
quarantatre
e al di là dell’amore
che adesso provo e sento
nel mio profondo e nel mio esteriore
per chi sta accanto, vicino
e intorno a me
al di là di tutto
vedo me
oltre quella soglia
di dolore e di strazio
vedo i miei passi camminare
ed arrivare infine e per sempre
nel mio unico, fantastico
vivo, vibrante
pacifico, vero
ottantadue
il mio paradiso.