1970

1970

Cosa è successo a questo mondo

tutto è cambiato

tutto è finito

non suonano più neanche i Beatles.

Il mondo si apre

la vita ti accoglie

ti regala l’amicizia

e il primo amore

trovi ciò che non conoscevi

e scopri la meraviglia

scegliere

e quante saranno sbagliate

ma continuerai a scegliere

e a sbagliare

e a scegliere di nuovo

e costruire il tuo sé

non sei più un bambino

questo è un lavoro da uomini

e tu lo farai piangendo

non della paura

ma della solitudine.

 


FEBBRAIO 1970

E' cominciata la mia avventura scolastica... vado all'asilo Peter Pan, allora si cominciava a cinque anni, e non mi piace per niente!!! Sopratutto non mi piace la merenda... solo un giorno alla settimana ce n'è una gustosa, la borsettina, una sfoglia alla marmellata. La peggiore? La mela! specialmente quella con la buccia. In questa foto da festa carnascialesca non sono tra i personaggi principali, al centro Fabio Maestrucci, vestito come meglio non gli si addiceva, la fatina non la ricordo... io me ne sto in disparte nel coretto, probabilmente ero stonato già allora.

 

MAGGIO 1970

La mia uscita in società, una festa di compleanno di colleghi di babbo e mamma, capelli e vestiti non possono far altro che confermare l'anno in cui questa foto è stata scattata, più anni '70 di così!!! Io invece da bravo anticonformista continuo imperterrito a tenermi la mia zazzera.

CARO DIARIO...
 
5 febbraio – sulla Seconda Rete va in onda la prima puntata di Rischiatutto, il quiz condotto da Mike Bongiorno con la valletta Sabina Ciuffini, tre concorrenti rispondono a domande su una materia concordata per poi sfidarsi su svariati argomenti di cultura generale completando un tabellone a 36 caselle, la televisione non è un elettrodomestico per niente comune così la gente si ritrova nei bar e addirittura i cinema interrompono le proiezioni per trasmettere Rischiatutto. Un successo per la Rai e un’incredibile pubblicità per i venditori di TV.

13 aprile – dopo cinquantacinque ore dal lancio la missione spaziale dell’Apollo 13 si interrompe a causa del più famoso incidente con lieto fine dello spazio “Houston, abbiamo un problema” una frase memorabile che è diventata di uso comune; un corto circuito provoca un’esplosione a bordo della capsula occupata dagli astronauti James Lovell, Charles Duke e Fred Haise, distruggendo uno dei serbatoi dell’ossigeno, i vari moduli devono essere riadattati alle nuove esigenze e mentre a Cape Canaveral si affannano a tracciare una nuova traiettoria per il rientro sicuro del modulo, irreparabilmente danneggiato e pericolosamente inadatto al rientro nell’atmosfera terrestre, il comandante Lovell elabora a mano i calcoli per la parabola di rientro aggirando la faccia nascosta della Luna; spazi ristretti, carenza di acqua e soprattutto di ossigeno mettono a dura prova i tre astronauti che nei minuti cruciali rimangono isolati dal silenzio radio interrotto dalla voce di Lovell a rassicurare il mondo in attesa col fiato sospeso. Un sospiro di sollievo per il più celebrato fallimento della storia divenuto icona del successo.

17 giugno 1970 – allo stadio Azteca di Città del Messico si gioca la semifinale di Coppa del Mondo, davanti a 103 mila spettatori e tutto il resto del mondo, nell’aria rarefatta degli altipiano messicani con la temperatura vicina ai cinquanta gradi l’Italia batte la Germania 4 a 3 nella più famosa partita di calcio di tutti i tempi; segna Roberto Boninsegna, poi nel recupero del secondo tempo da un gol di Karl-Heinz Schnellinger, successivamente i Tedeschi vanno in vantaggio nei supplementari con il bomber Gerd Müller e subito dopo arriva il pareggio di Tarcisio Burgnich, tocca all’Italia andare di nuovo in vantaggio con Gigi Riva per subire poi il nuovo pareggia a dieci minuti dalla fine ancora con Müller ma dopo un minuto Gianni Rivera, subentrato a inizio ripresa in staffetta con Sandro Mazzola segna il definitivo 4 a 3. L’Italia impazzisce nelle case e per le strade la Coppa Rimet è a portata di mano con il terzo titolo mondiale ma sarà invece il Brasile a portarsela a casa sconfiggendo la nazionale italiana per 4 a 1 quattro giorni dopo.