16
marzo – i 55 giorni più lunghi della storia della Repubblica italiana
cominciano mentre Aldo Moro è a bordo della Fiat 130 blu di ordinanza,
seguita dall'Alfetta bianca della scorta; arrivati all'incrocio tra via
Fani e via Stresa vengono assaliti da un commando di 19 brigatisti
armati di mitragliette automatiche, bloccano la strada con due auto
ostruendo ogni via di fuga con altri veicoli parcheggiati, i terroristi
entrano in azione facendo fuoco sulla scorta e sulle due guardie del
corpo dell'auto blu; sulla strada un tappeto di bossoli e sangue, nei
due abitacoli crivellati di colpi i corpi senza vita di Domenico Ricci
(appuntato dei Carabinieri), Oreste Leonardi (maresciallo dell'Arma),
Francesco Zizzi (vice brigadiere di Polizia), Giulio Rivera e Raffaele
Jozzino (entrambi agenti di Polizia); passano 48 ore prima che le
Brigate Rosse rivendichino l'attentato e il sequestro di Aldo Moro,
pubblicando una foto del politico con la famigerata "stella a cinque
punte" alle spalle allegata a un comunicato in cui si annuncia che il
presidente della DC sarebbe stato processato da “un tribunale del
popolo”; vengono approvate in tutta fretta una serie di leggi speciali
volte a dare più poteri alle forze dell'ordine e agli investigatori
nell'attività di contrasto al terrorismo mentre le forze politiche si
scontrano sulla trattativa con i terroristi; nei 55 giorni successivi è
un susseguirsi di comunicati delle BR, ipotesi giornalistiche e
polemiche politiche, con il blocco moderato che accusa l'area comunista
di essere contigua agli ambienti brigatisti e le speranze di vedere
libero Moro si fanno sempre più deboli fino al 6 maggio, giorno in cui
le BR comunicano l'esecuzione della condanna a morte; tre giorni dopo il
corpo di Moro viene rinvenuto in via Caetani, nel bagagliaio di una
Renault 4 rossa parcheggiata simbolicamente tra via delle Botteghe
Oscure e Piazza del Gesù vicino alle sedi di PCI e DC; le inchieste
giornalistiche successive coinvolgono come sempre tutti per non accusare
nessuno, la loggia P2, la rete clandestina della NATO e i servizi
segreti di diversi paesi; il tutto per impedire l'ipotesi di un governo
di solidarietà nazionale, con la partecipazione dei comunisti sostenuta
dal presidente della DC Aldo Moro; un gesto politico di considerevole
portata, i cui echi avevano oltrepassato i confini nazionali, il PCI del
segretario Enrico Berlinguer si diceva pronto al compromesso storico,
rivendicando lo strappo con Mosca, le resistenze però erano forti sia
all'interno della DC, sia tra gli alleati internazionali dei due
principali partiti italiani. Echi di guerra fredda spargono sangue sul
suolo italiano.
9 maggio – La mafia uccide Giuseppe Peppino Impastato,
quella mafia tra le cui mura era cresciuto e che aveva imparato ad
odiare dopo il brutale assassinio dello zio, fatto saltare in aria con
la sua "Giulietta", cui Peppino assiste all'età di 15 anni, inizia un
percorso politico e culturale di lotta contro la "legge dei potenti" e
di ribellione nell'ambito familiare, a 17 anni lancia e dirige il
giornalino L'idea socialista, facendosi portavoce delle istanze del
proletariato, portate avanti dalla sinistra del Partito Socialista
Italiano, confluita nel nuovo soggetto del PSIUP sostenendo le ragioni
di contadini, edili e disoccupati; nel 1976 fonda Radio Aut che
trasmette ogni venerdì la striscia Onda Pazza a Mafiopoli, una satira
feroce di quei protagonisti noti della quotidianità di Cinisi, il suo
paese, come il boss Badalamenti e il sindaco Gero di Stefano, facilmente
riconoscibili nei personaggi Tano Seduto e Geronimo Stefanini, un modo
innovativo di lotta alla mafia, che attraverso la satira porta alla luce
il traffico di droga e i giochi di potere tra politica e clan del
territorio; decide di candidarsi alle elezioni comunali del 14 maggio
1978, tra le fila di Democrazia Proletaria ma Cosa nostra è in piena
espansione dei propri traffici dà l'ordine di assassinarlo e cancellarne
il ricordo; nella notte tra l'8 e il 9 maggio avviene il macabro
ritrovamento dei suoi resti, lungo i binari della ferrovia
Palermo-Trapani dilaniato da una carica di tritolo, i carabinieri
giungono frettolosamente alla conclusione che si tratti di un fallito
attentato terroristico o in alternativa di suicidio "esibizionista",
poche ore dopo i tg danno la notizia del ritrovamento del corpo senza
vita di Aldo Moro; 264 cittadini scrivono il suo nome sulla scheda
elettorale, eleggendolo simbolicamente al consiglio comunale di Cinisi;
soltanto 10 anni più tardi, quando l'inchiesta viene riaperta arrivano
le condanne: trent'anni per Vito Palazzolo ed ergastolo per Gaetano
Badalamenti, come mandanti dell'omicidio; “I cento passi”, film uscito
nel 2000 per la regia di Marco Tullio Giordana, conta e racconta la
distanza tra la casa di Peppino e quella del boss Badalamenti. Non si
possono contare passi sufficienti per essere sicuri di non essere
mafiosi.
8 luglio – dopo sedici scrutini finalmente viene eletto il
nuovo Presidente della repubblica Sandro Pertini, da un Parlamento
spaccato in due, esce all’improvviso con ben 832 preferenze il suo nome;
il suo carisma aiuta l’Italia a superare la tragedia dell’assassinio di
Aldo Moro, affrontare l'ultima fase degli "anni di piombo" e il
terremoto dell’Irpinia, insieme all’elezione di papa Giovanni Paolo II è
un evento che cambia la storia dell’Italia e tramanda ai suoi
successori un modello universale di onestà e di alto profilo
istituzionale, in assoluto il Presidente più amato della storia.
Impossibile non riviverlo allo Stadio Santiago Bernabéu dopo il terzo
goal rassicurarci con la pipa in mano, che la Germania non avrebbe
potuto più riprenderci, Campioni del Mondo!
26 agosto – Albino Luciani viene eletto Papa col nome di
Giovanni Paolo I, in enorme anticipo sui tempi per la sua spinta
riformatrice viene arrestato da un destino avverso, dopo appena
trentatré giorni di pontificato, muore stroncato da un infarto o dalle
mille altre motivazioni Andreotti, la P2, il KGB, la CIA e i tutti i
soliti ingredienti depistanti. Ci lascia il suo sorriso a ricordarci un
amore divino troppo spesso dimenticato.
16 ottobre – Karol Wojtyla è eletto Papa con il nome di
Giovanni Paolo II a rassicurare la sua intenzione di proseguire il
percorso appena accennato da Albino Luciani, “Anche non so se potrei
bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana; se mi sbaglio,
mi corrigerete!” Il Papa dell’est, il Papa con la valigia, il Papa
dell’attentato di cui sarà vittima, il 13 maggio del 1981, senza
frenarne l'azione di contrasto al comunismo e al capitalismo sfrenato,
il Papa degli Ebrei che chiamerà “i nostri fratelli maggior”, il Papa
che fa crollare il “muro di Berlino” e il comunismo, ma non affronterà
temi come contraccezione, aborto e omosessualità. Per noi italiani
crolla l’ultimo baluardo di integrità e coerenza, una figura degna di
rispetto aldilà delle condivisioni o dei contrasti.